I romanzi che hanno ispirato Keiko Nagita: Papà Gambalunga

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    Ciao a tutte! Apro questo nuovo spazio in cui analizzerò “Daddy Longlegs”, uno dei romanzi che hanno ispirato Keiko Nagita. A dire il vero, prima di leggere Final Story, non sapevo nemmeno che ci fosse stata questa ispirazione. La storia mi è sempre piaciuta molto, forse anche perché legata al ricordo dell’anime che vidi da bambina.

    L’autrice, Jean Webster, fu una scrittrice piuttosto prolifica, seppur morta prematuramente per complicazioni dovute al parto. Di “Papà Gambalunga” esistono anche la versione teatrale e il sequel, “Caro nemico”.
     
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    Benissimo, Cinzia! :thankyou:
    Conosco la trama, ma non ho letto il romanzo.
    Mi affido a te! :love:
     
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    In prima stesura si, Nagita voleva ispirarsi a papagambalunga,lo ha detto proprio chiaro in un' intervista.
    Certo con un' altra trama.
     
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    Le fonti d’ispirazione sono state varie, tra cui questa. Negli Essays, in cui Nagita racconta la genesi di Candy, mi ha stupito il fatto che non abbia parlato di questo romanzo, mentre dedica un saggio alla storia di Anna dai capelli rossi. Ma… :1160:
     
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    Vi condivido il primo capitolo, che introduce la parte epistolare (in cui leggeremo solo il pov di Jerusha/Judy).
    Jerusha è un’orfana che ormai ha diciotto anni e nessuna speranza di essere adottata. È un tipo sveglio e impertinente, perciò inviso alla signora Lippet, la direttrice dell’orfanotrofio “John Grier”. Il primo mercoledì del mese i benefattori dell’istituto visitano l’orfanotrofio e gli ospiti dell’istituto devono servirli e riverirli come servi. Ma qui avviene il colpo di scena. Uno dei consiglieri, che rimarrà anonimo, legge un tema di Jerusha, rimane colpito dallo spirito e dal talento della ragazza e decide di mandarla all’università, mantenendola agli studi. In cambio la ragazza dovrà scrivergli per tenerlo aggiornato sui suoi studi.

    La protagonista si chiama Jerusha Abbott perché la signora Lippet aveva scelto a caso il cognome da un elenco telefonico, mentre il nome lo aveva trovato su una lapide del cimitero. Ad un certo punto Jerusha deciderà di farsi chiamare Judy.

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    Prima lettera di Jerusha al suo benefattore. Come vedete, è una ragazza senza peli sulla lingua. Non è intimorita nonostante lui la mantenga agli studi. Un po’ alla volta il suo spirito di indipendenza avrà la meglio e cercherà di emanciparsi dal denaro di papà Gambalunga. Jerusha decide che non vuole essere una mantenuta ma vivere del proprio lavoro di scrittrice. Contemporaneamente si farà sempre più strada in lei il terrore che le persone che la conoscono scoprano che proviene da un orfanotrofio.
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    Jerusha non le manda a dire, mi piace come si rivolge in maniera disinvolta nella sua lettera. :1195:

    La differenza con la storia di Candy è che qui non c’è un’adozione. Papà Gambalunga è un benefattore che sostiene economicamente gli studi e la vita della protagonista.
     
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    Sì, lei è un personaggio moderno e anticonformista come si vedrà man mano che la lettura procede. Non vuole farsi mantenere, anzi dice che quando sarà una scrittrice restituirà a John Smith tutto il denaro speso per la sua istruzione.

    Ecco la lettera in cui Judy spiega come mai ha cambiato nome. Si nota l’avvilimento e la vergogna per essere cresciuta in orfanotrofio.
    Candy invece sarà sempre orgogliosa delle sue origini.
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    Una chicca: ho un’edizione coreana del romanzo (mi piacevano troppo i disegni). L’autore ha riprodotto nel suo stile i disegni originali della Webster.
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    Caratteristiche vincenti, secondo me. :love:

    Nagita da ragazzina si identificava in lei. E da ragazzina ha iniziato a scrivere e ad immaginare. Ad esempio quella che poi sarà la famiglia Ardlay.

    Ritratto di orfanella. :NOFF:
     
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    Sempre dall’edizione coreana.
     
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    Qui richiama un po’ Anna dai capelli rossi, no?
     
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    CITAZIONE (Elena75 @ 24/4/2024, 21:08) 
    Qui richiama un po’ Anna dai capelli rossi, no?

    Penso si siano ispirati all’anime. Lì Judy sembrava un po’ Pippi Calzelunghe.

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    Vero, magari una via di mezzo tra le due.
     
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    Judy un po’ alla volta si attacca molto alla figura misteriosa di John Smith. Spera sempre che lui le risponda ed ha un momento di crisi.

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    Lui invece dimostra di leggere sul serio le lettere di Judy, tant’è che le risponde davvero. Purtroppo non sappiamo cosa le dica, perché il punto di vista è solo quello di Judy.
     
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    Giustamente Judy tiene ad avere un riscontro, che finalmente arriva. Va bene il mistero, ma dare un segno di contatto mi pare giusto.
    Mi colpisce la chiusura “Tua per sempre”.

    Molto curiosi i disegni a corredo. :NOFF:
     
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22 replies since 23/4/2024, 18:09   237 views
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